sabato 25 maggio 2013

IL CLIMA


FONTE: http://www.legambiente.it/




È l'insieme delle condizioni atmosferiche medie in una determinata zona geografica ottenute da rilevazioni omogenee di dati presi per lunghi periodi di tempo. Non va confuso con ‘tempo meteorologico’, risultante, per sua natura variabile, di fattori riferiti a un’area specifica e a un preciso intervallo temporale. Il clima si definisce invece sulla base di elementi atmosferici, riferiti ad aree molto vaste, che tendono a ripetersi con regolarità nel tempo. L’Organizzazione mondiale della meteorologia (Wmo) ha stabilito che la durata minima delle serie temporali di dati continui per individuare le caratteristiche climatiche di una località è di trenta anni.



Gli elementi climatici sono fenomeni fisici misurabili, fra cui la temperatura, l’umidità, le precipitazioni e così via. I fattori climatici sono a loro volta le condizioni che producono variazioni sugli elementi climatici. Il motore del sistema climatico è il Sole, che riscalda la superficie terrestre con intensità variabile, causando un gradiente termico fra i poli e l’equatore. Il ripristino dell’equilibrio termico è affidato alla circolazione generale dell’atmosfera. Quello climatico è un sistema in equilibrio dinamico con le sue forzanti esterne, il Sole appunto, e interne, quali i cicli oceanici e la concentrazione di gas serra, che modifica il suo stato al variare dell’intensità delle forzanti stesse.



L'IPCC (International Panel for Climate Change), fondato dall'UNEP nel 1988, ebbe l'incarico di valutare in maniera indipendente ed obiettiva la situazione e l'evolversi del clima mondiale. Per far ciò, furono chiamati oltre 2000 luminari da oltre 160 Paesi, che hanno elaborato finora tre rapporti dettagliati sullo stato del pianeta, considerati come il miglior riferimento scientifico internazionale.



Già a partire dal suo primo rapporto, nel 1990, l'IPCC identificò la CO2 tra i gas responsabili dell'effetto serra ed indicò l'attività umana come una delle cause responsabili di tale anomalia. Tale posizione si è evoluta negli anni con l'aumentare sia dei dati a disposizione, sia dell'accuratezza dei modelli matematici utilizzati,



Nel suo ultimo rapporto (2007) l’IPCC ha affermato che le attuali concentrazioni di gas climalteranti nell’atmosfera stanno aumentando a un ritmo senza precedenti e che la maggior parte degli aumenti nella media delle temperature globali è molto probabilmente dovuta all’aumento osservato della concentrazione di gas serra causato dall’attività umana. Attività che stanno significativamente influenzando gli ecosistemi e causando mutamenti nella superficie terrestre, negli oceani, nel ciclo idrico, nella biodiversità, e che sono al di là della variabilità di tipo naturale. Se la temperatura continuerà ad aumentare potremmo arrivare ad un punto critico oltre il quale non sarà più possibile gestire la vita sul pianeta.



In assenza di misure efficaci, tra le possibili previsioni per i prossimi decenni sembra inevitabile che:



•tempeste e inondazioni si abbatteranno con sempre maggior intensità sulle zone costiere del mondo intero provocando lo spostamento di milioni di persone;

•il riscaldamento del clima modificherà le zone forestali e le zone umide causando danni, a volte irreversibili, all’intero ecosistema;

•il riscaldamento globale provocherà l'innalzamento del livello dei mari mettendo a rischio le popolazioni costiere; le infiltrazioni di acqua salata a livello costiero dovute all'innalzamento del livello dei mari diminuiranno la qualità e disponibilità di acqua dolce e potabile;

•le condizioni climatiche, modificate dal caldo e dall’umido, potranno far insorgere nuove forme patologiche ed accelerare la propagazione di malattie infettive come la malaria e la febbre gialla; a causa delle pratiche agricole non sostenibili e della progressiva avanzata dei deserti,

•numerose aree del nostro pianeta diverranno improduttive ed inospitali a causa delle pratiche agricole non sostenibili e della progressiva avanzata del deserto.

Ciascuno di questi scenari comporterà conseguenze disastrose per il pianeta, conseguenze che potranno essere aggravate da fattori socio-economici e dall’impatto che movimenti di popolazione potranno esporre una vasta area del pianeta a stress ambientali come, ad esempio aumento di abitanti nelle zone costiere e riduzione delle risorse disponibili per persona (cibo, acqua).



1 commento:

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